SAE – Suoni Arcaici Espropriati è un progetto che vuole cercare di recuperare le sonorità tradizionali e la musica che hanno rischiato di andare perdute dopo il terremoto del 2016. Il progetto è nato dalla volontà di tre ragazzi: Marco Meo (facente parte anche del gruppo Lu Trainanà), Cristian Latini e Mauro Giannini. Marco Meo ha così spiegato da dove derivi l’idea: “A seguito del terremoto del 2016 sono andato ad abitare in una SAE (Soluzioni Abitative in Emergenza) a Caldarola (MC). Abbiamo deciso di dare inizio a questa iniziativa perché il primo problema che abbiamo notato, parlando anche con gli altri abitanti, è l’assenza di suono”.
Il fatto è che ogni casa ha i suoi suoni, ma una SAE non ha sonorità: le persone sono obbligate a stare in piccoli spazi ristretti. L’altro problema è che dopo il sisma sono state perdute le abitudini consuete, fra cui anche la musica tradizionale montana. Marco ricorda come prima del terremoto si suonasse parecchio durante le varie feste e ricorrenze. In molte di queste occasioni si andava in giro di casa in casa per cantare i canti della questua. Però dopo il terremoto tutto questo non è più stato possibile. Un po’ perché non ci sono più le case, un po’ perché la convivenza fra vicini di SAE non è sempre tutta rose e fiori.
SAE – Suoni Arcaici Espropriati: il progetto
Il progetto SAE – Suoni Arcaici Espropriati vuole cercare di riportare sonorità tradizionali e teatro popolare nelle casette. Oltre a riproporre i canti della questua (Pasquella a Natale, la Passione sotto Pasqua e il Cantomaggio), si sta cercando di realizzare una sorta di archivio sonoro della memoria, dove possano trovare spazio suoni e canzoni della tradizione. Per fare ciò, i tre ragazzi hanno deciso di partecipare a un bando lanciato da Banda Etica con Produzione dal Basso. Si tratta di una specie di crowdfunding con il quale si può accedere ai finanziamenti adatti a questo progetto.
La speranza è quella di riuscire a portare il progetto anche in altri posti, in modo da ridurre l’isolamento causato dalle SAE (considerando che gli abitanti dovranno vivere lì per almeno altri venti anni). Fra le tante problematiche delle SAE, infatti, c’è anche l’assenza di vita sociale, visto che molti luoghi d’incontro come bar, locali e piazze sono scomparsi. Il progetto vuole proprio cercare di riportare un minimo di normalità nelle vite delle vittime del terremoto, grazie anche alla potenza della musica.
Il terzetto suona strumenti tipici delle Marche, soprattutto della zona di Macerata e Fermo. Fra di essi abbiamo tamburelli, fisarmonica, organetto, triangolo e gnacchere. Marco costruisce da sé questi strumenti in quanto non si trovano in commercio.
SAE – Suoni Arcaici Espropriati: il video di presentazione
Del progetto fa parte anche un video-documentario di presentazione che è stato proiettato sabato 16 febbraio presso il Circolo Arci Radeche Fonne di Belforte del Chienti, in provincia di Macerata. Il video, presente anche sulla pagina Facebook del progetto, dura otto minuti ed è suddiviso in tre parti. La prima parte contiene la storia raccontata dall’attore Oberdan Cesanelli. Nella seconda possiamo ascoltare una Pasquella realizzata prima del terremoto. Infine nella terza parte troveremo una Pasquella eseguita nelle SAE.
A seguire poi verrà divulgato il calendario relativo ai canti di cui abbiamo parlato prima, mentre verranno realizzate anche delle video-interviste per dare maggiore visibilità alle realtà territoriali. Qui di seguito potete vedere il video su YouTube:
Via | FarodiRoma