La morra è uno di quei giochi d’azzardo che hanno un legame particolarmente forte con il passato, visto che le sue origini risalgono all’antica Roma. A quei tempi veniva denominato micatio oppure digitis micare, il cui significato in latino è balenare oppure guizzare. In Sardegna viene chiamata con il termine di murra, mentre in altre regioni è stata ribattezzata mora.
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La morra e gli antichi romani
Impossibile non perdersi nella notte dei tempi quando si va alla ricerca delle origini di tale gioco, eppure è stato dimostrato come l’epoca romana fu sicuramente una delle più fulgide da questo punto di vista. Gli antichi romani sono stati indubbiamente tra i primi a divertirsi con l’arte del micare digitis, ovvero del vibrare usando le dita.
A giocare per primi furono nientemeno che i soldati di stanza che, piuttosto pigri, avevano cominciato a divertirsi con questo gioco della morra nel corso di tutti quei periodi, e potevano essere anche decisamente lunghi, in cui non erano operativi e non avevano alcun tipo di incarico da portare a termine. Dove si giocava? Sia nelle caserme che all’interno dei posti di guardia.
In men che non si dica, però, la morra cominciò a prendere piede anche nella popolazione, invadendo piazze e strade. Proprio il grandissimo successo che venne ottenuto dalla morra ebbe un primo, importante effetto: quello di portare il console Roscio a prendere provvedimenti con l’obiettivo di provare a limitare il più possibile la diffusione di questo gioco.
Da qui, la ben nota lex Roscia, che comportava nei casi più gravi l’esilio per tutti quei giocatori che non potevano fare a meno di divertirsi ogni giorno con la morra. Eppure, anche al di fuori dei confini dell’impero, i soldati non potevano fare a meno di giocare a micatio. Secondo quanto riferito da parte di Francis Wey, pare che i soldati amavano giocare alla morra anche mentre si trovavano al di sotto delle mura delle città nemiche che stavano assediando.
La morra, lo svago dei poveri
Questo gioco si identificò ben presto nella cultura popolare come lo svago dei poveri. Al giorno d’oggi, però, è ormai sparita dalle principali città, riuscendo a sopravvivere solamente nelle zone meno sviluppate, dove probabilmente la tecnologia ancora fa fatica ad attecchire.
Nei luoghi caratterizzati da una costante e perenne indigenza, la morra rappresentava l’unico svago possibile dopo i vari giochi di carte, come briscola, scopone oppure tressette. Interessante notare un aspetto molto divertente: nelle regioni del nord e in modo particolare in Veneto, si giocava a morra rimanendo seduti. Discorso completamente differente a Roma e nel Sud Italia, dove si giocava tipicamente in piedi.