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Nel cuore delle Marche c’è una delle più esclusive perle artistiche e culturali di cui l’Italia può vantarsi: Recanati. Qui è nata una delle personalità più famose della letteratura italiana, dalla ristrettezza di questo piccolo borgo isolato, lontano da moti e agitazioni della storia nazionale ha diffuso la sua voce Giacomo Leopardi. La sua famiglia possedeva l’imponente palazzo che ancora oggi sovrasta il centro del paesino, da cui si diramano molteplici percorsi attraverso luoghi che furono protagonisti dell’ispirazione leopardiana. Vediamoli insieme.
- Casa Leopardi e la biblioteca
- Chiesa di Santa Maria Montemorello
- La casa di Silvia
- Torre del passero solitario
- Il colle dell’infinito
Come raggiungere Recanati
Nonostante sia un piccolo centro arroccato all’apice di una collina, il comune di Recanati ha organizzato diversi interventi per rendere accessibile, non solo in automobile, le mete culturali di cui è sede. In auto è raggiungibile dal casello dell’autostrada A14 prendendo l’uscita “Loreto/Porto Recanati”, è infatti in prossimità di Macerata. Se si vuole invece utilizzare il treno le fermate più vicine sono Loreto e ancona. Per chi invece viaggia in aereo è possibile atterrare all’aeroporto “Raffaello Sanzio“ di Falconara (Ancona) e proseguire con diversi collegamenti disponibili: autobus o treno.
La visita del borgo non può che iniziare da Palazzo Leopardi, proprietà storica ancora abitata dai discendenti del grande poeta. Il padre del giovane Giacomo, il conte Monaldo fece di questo imponente edificio la sede di una fornitissima biblioteca, precoce mecenate consentì la consultazione dei testi di cui disponeva ai concittadini. Oltre alla passione per la cultura purtroppo il conte aveva altri interessi, soprattutto non era un competente amministratore, chissà che anche lui, proiettato nei tempi moderni, non sarebbe stato tentato da voglia di vincere casinò online.
La biblioteca in cui Leopardi visse studi matti e disperatissimi
La biblioteca di Casa Leopardi è visitabile su prenotazione, un percorso guidato conduce attraverso le diverse stanze: dove Giacomo apprese le lettere greche e latine con l’ausilio di un precettore privato, le sale dove fece le sue prime traduzioni e lo scrittoio sul quale, alla luce d’una tenue candela, compose versi che hanno commosso il mondo. Da una finestra della biblioteca è possibile proiettare lo sguardo sulla piazza antistante, da qui Leopardi sbirciava la sua amata Silvia che filava in una piccola casa posta proprio all’altro margine della piazza.
Tra i vicoli del borgo svetta una Torre: la Torre del Passero solitario. Vagando tra le molteplici stradine ci si lascia trasportare dall’emozione di leggere versi apposti su iscrizioni nei luoghi più significativi che hanno ispirato la penna del poeta. Tra i tanti, in prossimità del chiostro della chiesa di sant’Agostino non possiamo non consigliarvi di visitare la Torre del Passero Solitario, risalente al XIII secolo. In contemplazione di quest’opera d’arte Giacomo compose una poesia che riflette la sua solitaria condizione esistenziale.
Dal colle dell’infinito uno sguardo perso verso il monte Tabor
Chi visita Recanati non può mancare di visitare il colle dell’infinito: un’iscrizione su marmo ricorda il celebre verso del poeta: “sempre caro mi fu quest’ermo colle”. Posizionandosi sotto l’iscrizione con lo sguardo rivolto verso l’orizzonte è possibile provare a fare l’esperienza del perdersi con lo sguardo e con la mente ricordando i versi del poeta che perde con lo sguardo il contatto con la realtà per lasciare che l’immaginazione prenda il volo perché, come lui stesso dice “naufragar m’è dolce in questo mare”.